Questa mattina Emma si è svegliata con uno sguardo romantico e un po’ malinconico, affermando “voglio tornare a Caorle“.

Le chiedo il motivo, anche se lo conosco bene: quel motivo si chiama Francesca.
Rileggiamo le parole che Francesca ha usato per raccontarsi nel libricino che i Volontari della Croce Rossa hanno stampato per presentare la loro attività di supporto alla Settimana Estiva di Guarda con il Cuore, appena conclusasi a Caorle. Ridiamo ad immaginare il racconto di Francesca da piccola, mentre fingeva di essere un dottore e staccava ricette scritte con l’ombretto della mamma. Riguardiamo le foto scattate insieme e ricordiamo i tanti momenti di gioco. Sorrido e rido nel vedere Emma mimare le scenette createsi sotto l’ombra di quegli alberi.

Sorrido, rido e ti penso.

sorrisi tra volontari croce rossa e bambini con sindrome di Down

Vi ho osservato Francesca, di corsa ma con cura, e in quei momenti di gioco ho visto due meravigliose giovani anime affini cercarsi e danzare insieme.

Ti sono immensamente grata.

Tu sei stata faro, Francesca, per Emma di sicuro, ma anche per me, che in quella settimana sono tante diverse figure tutte insieme, modulate empaticamente in base all’esigenza di chi ho di fronte, ma di sicuro sono meno mamma del solito.

Qualcuno mi ha detto “Emma non socializza molto quest’anno, è sempre con la sua volontaria“, e ricordo il sorriso che ho proposto a queste parole e che non ho avuto il tempo di spiegare. E’ quel sorriso che ho iniziato a sentire crescere dentro anni fa, a seguito di un allenamento del mio modo di pensare e della vista stessa. La vista che osserva, un po’ da distante, un po’ meno invischiata dalle emozioni che la offuscano.
E’ lo sguardo che osserva ciò che c’è invece di ciò che manca.
Di cosa aveva bisogno in quel momento Emma?
E parlo del suo bisogno personale, spontaneo, non del mio bisogno di adulto carico di aspettative. Emma aveva bisogno di giocare, di essere un po’ protagonista, di ridere, di fare la sciocchina, di non mostrare alcuna prestazione o prodotto, di avere una persona tutta per sé proprio perchè io ero assente.
Emma voleva stare semplicemente bene.

Tu sei stata Amica per lei, Francesca.
Non l’hai mai negata. Hai colto il suo bisogno, e anche se io cercavo di convincerla a lasciarti libera per un po’, tu c’eri, rimodulandoti, anche se stanca, per darle la giusta risposta. Con un abbraccio fugace, un sorriso, una linguaccia, una parola, una previsione di gioco, un ammiccante sguardo. Anche durante i pasti, quando Emma era completamente girata e in adorazione nei tuoi confronti.
Ricordo come, durante quel momento di crisi a pranzo, nel quale io l’ ho presa in braccio lasciando fluire in silenzio tutte le sue lacrime, accoccolate sul divanetto in saletta, ho sentito quel tuo sguardo di cura accompagnarci.

Emma ti ha scelto, Francesca.
Seguendo l’unico reale luogo comune che accompagna le persone con la sindrome di Down: l’intelligenza emotiva. Ti ha scelto perchè si è sentita rispettata, nei suoi tempi, nel suo spazio personale. Sei partita da lei, da ciò che le piace fare, e questo ha permesso un’apertura, e una rispettiva trasformazione tonico emozionale.

sorrisi tra volontari croce rossa e bambini con sindrome di Down

Daniel Goleman afferma:

Servono a ben poco un cervello brillante ed un elevato quoziente intellettivo se non si comprende l’empatia, se non si leggono le emozioni proprie e degli altri, se si è stranieri per il proprio cuore e apolidi di quella coscienza sociale in cui imparare a connettere, a gestire la paura, ad essere assertivi… L’intelligenza emotiva è, che lo si voglia o meno, l’autentica chiave per essere felici.

E nel produrre questi pensieri, Emma ha voluto registrare un video per te, per dirti che ti vuole bene…

E nel pensarti, forse il nostro pensiero/desiderio ha annullato 360 km di distanza e, come un’onda, è arrivato a te. A te che solo 2 ore dopo ci donavi questo sincero, immenso e prezioso regalo.

“Cari Daniela e Giovanni,
mi sarebbe piaciuto consegnarvi questa lettera al momento dei saluti a fine vacanza ma, lo sapete meglio di me, la vostra settimana propone così tante persone e situazioni da vivere che non c’è il tempo materiale di sedersi alla scrivania e mettere giù i pensieri.
Cosa posso dirvi se non GRAZIE?
Cosa si dice a chi ti regala una nuova prospettiva?
A chi ti ricorda che non c’è nulla che non vada nella diversità ma, anzi, che è proprio la diversità a renderci unici e speciali?
Cosa si dice a chi, da tre anni ormai, ti permette di entrare in un mondo di gentilezza e bontà? Di persone che non hanno paura di essere chi sono. Di raccontarsi, di divertirsi insieme, di piangere, nonostante l’età, nonostante non ci si conosca bene, nonostante piangere sembri sempre qualcosa di cui vergognarsi o avere paura?
Cosa si dice a chi ti permette di metterti in gioco fino alla punta dei capelli, a chi celebra la vita e l’amore, la verità e l’aiuto, l’ascolto e la fantasia?
Grazie a voi, ogni anno, alla settimana di Guarda con il cuore mi stanco a tal punto da dormire una settimana intera al ritorno. Ma ricarico la mia mente ed il mio cuore di così tanta energia e bellezza da cambiare, sostenere ed accompagnare tutto il mio nuovo anno scolastico, rendendolo migliore.
La settimana estiva di Guarda con il cuore è, ormai da tre anni, uno scudo di dolcezza, semplicità e gentilezza che porto con me, tutto l’anno, a difendermi dai giudizi e dai pregiudizi. Degli altri sicuramente, ma, qualche volta, anche dai miei nei confronti degli altri perché, per quanto desideri non farlo, talvolta inevitabilmente cado in errore e, come tanti, mi rifugio anche io dietro una facile critica, dietro un insensato giudizio.
È poi sempre in onore di questa dolcezza, semplicità e gentilezza che mi sforzo nelle mie giornate di trovare la particolarità, la diversità, la verità, l’unicità, il bello di chi e quel che incontro e di mettermi sempre in gioco, cuore e mente, a disposizione di chi incrocia la mia strada.
E se già non volessi un mondo di bene alla vostra bambina per la piccola matta meravigliosa che è, gliene vorrei perché, in fondo, è merito suo se tutti noi abbiamo avuto modo di conoscere la straordinarietà delle vostre anime e la potenza delle vostre idee.
E’ per merito suo che la vita di tutti noi è cambiata e solo e soltanto in meglio.
Siete una famiglia bellissima e posso solo immaginare, leggendo anche i tuoi post, Daniela, le difficoltà che avete dovuto e che dovete affrontare, ma quel che ogni anno percepisco guardandovi non è fatica o sconforto, è l’amore che provate l’uno per l’altra e la voglia di fare esperienze insieme.
E cos’è una famiglia se non chi ci è accanto giorno dopo giorno e chi ci segue sostenendo i nostri più pazzi e rivoluzionari progetti, idee ed entusiasmi?
Vi auguro di amarvi sempre, di credere sempre gli uni nelle altre, di supportarvi sempre e di continuare ad investire tempo ed energia in quel che credete possa fare la differenza…perché la fa, eccome se la fa.
Vorrei dirvi così tante cose che penso di non averne scritte nemmeno la metà ma quel che davvero importa è che voi sappiate che vi sono grata di averci inclusi nel vostro progetto, di permetterci di essere utili ai genitori, di far divertire i bimbi e, ultimo ma non per importanza, di arricchirci immensamente giorno dopo giorno, estate dopo estate.

Avete cresciuto due ragazzi stupendi: Emma è dolce, intelligente, fantasiosa, educata, entusiasta, gentile e quest’estate, con il fatto di doverla seguire insieme a C. e M., più piccoli e più impegnativi, mi sono resa conto di quanto sia ormai una vera e propria signorina! Sì, ci è rimasta male qualche volta per il fatto che mi fosse richiesta più attenzione per i due fratellini, sottraendo sguardi e risate a lei, ma ha capito il perché quando ne abbiamo parlato e, soprattutto con M., mi è stata complice e d’aiuto.
Mi stupisce sempre la semplicità con cui sa raccontare i sentimenti e le emozioni che prova. Lei ne parla così, come se fosse la cosa più facile del mondo e per una che ha spesso paura di dire ad alta voce quel che prova è sempre un grande, grandissimo insegnamento.

Tommy, dall’altro lato, mi ricorda un po’ l’idea che al liceo mi ero fatta di quel kalos kai agathos che la mia professoressa di Greco continuava a ripeterci nel descriverci gli eroi della Magna Grecia; è sensibile, buono, divertente e valoroso. Purtroppo avendo sempre tanti bimbi piccoli, ed essendo noi volontari meno dei bambini, i grandi hanno poche occasioni di essere messi al centro dell’attenzione ma, per il futuro, mi auguro di trovare un modo di renderli tutti, Tommy per primo, più protagonisti. Perché anche loro e, sotto alcuni aspetti, forse, soprattutto loro, meritano di essere al centro dell’attenzione di noi volontari che, bene o male, potremmo essere i loro complici fratelli maggiori adottivi.

Qualche giorno fa ho guardato al cinema Mio fratello rincorre i dinosauri e quando si parlava della possibilità di chi ha la sindrome di Down di prendere la patente mi è venuta in mente Emma. Quando le ho chiesto cosa volesse fare da grande, mi ha detto di voler guidare un camper fucsia con gli interni arcobaleno, per portare in giro le sue amiche. Sono uscita dal cinema pensando a come potrei riuscire a costruirne uno, magari per le Barbie per ora, per il suo compleanno (o la prossima estate, la prima occasione in cui ci rivedremo). Ancora non so se io troverò mai un modo per realizzare questo camper, ma se Emma vuole girare il mondo in macchina con le sue amiche dovrebbe poterlo fare e, nel mio piccolo, voglio aiutarla a fare in modo che ci riesca. Proprio per questo, Dani, ti chiedo: se c’è un modo di essere di supporto a Guarda con il cuore anche durante tutto l’anno, seppur da lontano, tu fai un fischio ed io cercherò di fare del mio meglio, perché credo con tutto il cuore in quello che fate e sono onorata di poterne essere una piccola, piccola parte.
Siete persone speciali, tutti e quattro, ognuno a modo suo; spero di poter avere ancora l’opportunità di percorrere tanta strada con voi.
Grazie, vi abbraccio uno ad uno ed una pernacchia e un ruttino per Emma, ma solo ‘per fare le matte’ io e lei.

Vi porto nel cuore,

Franci.”

Meravigliosa giovane Anima, Francesca, che il mio GRAZIE A TE ti arrivi carico di tutta l’emozione che contiene!

sorrisi tra volontari croce rossa e bambini con sindrome di Down