Bene, mettetevi comodi perchè questo è un lungo lungo post, con tante informazioni, considerazioni personali e video da vedere! (purtroppo hanno una risoluzione scarsetta, ma non ho gran conoscenza in merito, per ora!) E stavolta non chiedo di selezionare una canzone in particolare, ma di mettere “pausa” nella playlist a fondo pagina!

La musica è emozione. Mi capita spesso di selezionare una canzone diversa in base al mio stato d’animo, e ritrovarmi cambiata, riassestata nello spirito. La musica mi accompagna ogni giorno, fin da quando era piccola, ed è per questo che l’ho voluta nel mio sito… la giusta canzone amplifica le emozioni!
Avevo sentito parlare della musicoterapia da una mamma conosciuta a Bibione, alla settimana del dottor Lagati. Marta mi parlava di canali comunicativi diversi rispetto alla parola, di blocchi emotivi risolti. Quindi appena la mia amica Debora mi ha detto di aver trovato una musicoterapista per la sua splendida Vittoria, mi sono subito mossa per vedere se era possibile che seguisse pure Emma. Debora mi parlava in termini entusiastici di Sabrina, e che Vittoria era proprio felice del suo appuntamento settimanale con tamburi, flauti, note di pianoforte e… e molto altro.

(Ecco Vittoria che fa la “sposa ballerina”)

   (la Sabri, ma la Emma la chiama Paddi)

Qui sotto ho caricato qualche filmato ripreso quando ancora entravo in seduta con lei. Sono stati fatti di nascosto, perchè la vista del cellulare è una fortissima calamita per Emma!

Emma quando entra in casa di Sabrina ha il suo rituale: si toglie appa – etto – botto e pette (sciarpa, berretto, giubbotto e scarpette) e sale le scale che la portano di sopra, nella calda stanza dove farà la seduta.
Alla sua 6° lezione Emma mi ha bloccato a fondo scale, dicendomi:
“mamma là, Memmi Paddi”
(mamma siediti là, Emma va su con la Sabri)
Ero così felice e orgogliosa della mia bimba… ma non ho potuto non salire per almeno ascoltare cosa stesse facendo al di là della porta (ahhh… cuore di mamma!)
E questo è quello che ho sentito:

Sabrina mi ha spedito un po’ di materiale che spiega cos’è la musicoterapia e quali applicazioni può avere nel mondo della sindrome di Down:

“La musicoterapia è una modalità di approccio alla persona che utilizza la musica o il suono come strumento di comunicazione non-verbale, per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di condizioni patologiche e parafisiologiche.
La World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) ha dato nel 1996 la seguente definizione:
“La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia
e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un
processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la
motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di
soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.
La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in
modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e
consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo,
riabilitativo o terapeutico.”
Rolando Omar Benenzon, autore e docente argentino di musicoterapia, definisce la musicoterapia:
“Da un punto di vista scientifico, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo
studio e la ricerca del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire
gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici ad esso inerenti. Da un punto di vista
terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e
il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che ci
mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la
società.”
In musicoterapia il paziente è parte attiva della terapia, viene accettato incondizionatamente in un rapporto di fiducia, e attraverso uno scambio reciproco di proposte e la personalizzazione della tecnica volta per volta, si crea un legame con il musicoterapeuta grazie al suono.

Fin dal concepimento il suono ha una fondamentale importanza nello sviluppo armonico del bambino. Ma il suono ha un suo profondo rilievo anche dopo la nascita: è il principale canale espressivo e di comunicazione per il bambino, che attraverso la voce e il movimento afferma la propria personalità ed entra in relazione con il mondo esterno.
L’intervento della musicoterapia è focalizzato sull’acquisizione di abilità non musicali, come la comunicazione, la socializzazione, la possibilità di compiere scelte e le abilità motorie.
Nella sindrome di Down la musicoterapia utilizza percorsi musicali stimolanti che partono
dallo stato emotivo del momento ed evolvono verso l’obiettivo terapeutico voluto. La capacità di comunicare con l’altro attraverso dialoghi sonori, la capacità di discriminazione percettiva verso la fonte sonora in relazione ai parametri musicali, il potenziamento delle capacità attentive, lo sviluppo o il potenziamento dell’orientamento spaziale e temporale, lo sviluppo della consapevolezza del proprio corpo, sempre tenendo conto delle difficoltà nella rappresentazione mentale, l’accrescimento della motricità, sono associate allo sviluppo di una maggiore autonomia ed all’accrescimento della fiducia e della stima di sé.
Si può così facilitare, attraverso giochi e movimenti, l’emissione di suoni, sillabe, parole;
facilitare l’esplorazione delle possibilità della voce; rendere il bambino più consapevole di sé, del proprio corpo, delle sue capacità motorie grossolane e fini, della sua espressività; migliorare la sua capacità di comunicare; migliorare la sua coordinazione e la capacità di muoversi nello spazio seguendo un impulso ritmico; favorire l’acquisizione del senso della successione, della sequenzialità, dell’ordine e del rispetto delle regole; canalizzare e finalizzare la creatività del bambino/ragazzo.
L’utilizzo della musica – intesa come ritmi, sonorità, melodie, canto, movimento – è un supporto interessante e stimolante per i bambini con sindrome di Down, che così possono interiorizzare meglio la propria dimensione fisica, verificare la propria emozionalità, seguire movimenti più precisi e coordinati.”

Emma fa musicoterapia una volta alla settimana, da ottobre scorso. In questo lasso di tempo ho visto notevoli miglioramenti nel campo del linguaggio, ha rallentato la sua velocità di sillabazione, ha una postura più sicura e movimenti più coordinati, più mirati e forti. La sua voce, che prima era piuttosto debole, un po’ in sordina, si è rinforzata, e ora la usa con vigore. Magari era giunto il tempo per questi miglioramenti, indubbiamente hanno contribuito la psicomotricità e la logopedia più frequente, ma mi piace pensare che Sabrina sia la sua persona, perchè non l’ha mai forzata e ha atteso i suoi tempi, e perchè è in grado di capire i suoi stati d’animo, specie quelli di relax, e di accompagnarli con note che, in attesa nella stanza accanto, mi emozionano profondamente!
E domani pubblicherò il post su cosa significa per lei fare musicoterapia…!

Intanto… ditemi voi se questo non è divertimento!