Stamattina ti guardavo, bambina mia, rannicchiata nel nostro lettone, in quella tua particolare posizione, a pancia in giù e con il braccio sotto la testa… la stessa posizione che preferiamo io e il nonno.

sindrome di down
Sei arrivata da noi verso le 4 e mezza, col buio, il rumore dei tuoi piedini scalzi sul legno.
Con gli occhi assonnati hai fatto il tragitto attorno al letto, per salire dalla mia parte.
Ti ho portato a fare la pipì, perchè abbiamo tolto il pannolino di notte, e in poco tempo hai imparato a svegliarti quando senti lo stimolo.
Il pannolino di giorno lo abbiamo tolto nell’estate dei tuoi 2 anni e mezzo, un po’ prematuro forse, perchè hai impiegato mesi e mesi per capire definitivamente come regolarti.
Forse la fretta è stata un po’ nostra, una sorta di pensiero che accomuna molti genitori di bambini normodotati, che in estate, più o meno a quell’età, iniziano la trafila dello spannolinamento. Mio errore.
Non ho guardato te.
Tu sei una bambina dai bisogni speciali.
Le tue difficoltà sono concrete, e ho imparato, nel tempo, a non idealizzare più il tuo crescere con noi, ma a rispettare i tuoi tempi.

sindrome di down
E così ti osservavo, sdraiata accanto a te, annusando il tuo odore, scostandoti i capelli dal viso.
Ti ho dato un tenero bacio, leggero, a lato della bocca, sorridendo nel vederti fare una smorfia per il solletico.
Ho accarezzato la tua mano, la tua piccola tozza mano dalla pelle coriacea, che trovo scioglievolmente stupenda
Quella mano asciuga lacrime, conta i numeri, gioca a giocare, accarezza con affetto, si tende verso di me quando ha bisogno di un caldo abbraccio.
Ma tu sei una bambina dai bisogni speciali.
Quella mano parla anche di lassità e di non poter essere utilizzata in modo così automatico.

sindrome di down

Ho socchiuso gli occhi, sentendo il calore del tuo piccolo corpo.
Davanti mi sono passate decine di fotogrammi.
La tua routine quotidiana, condita dai tuoi racconti che si fanno sempre più dettagliati, il tuo essere scherzosa, la tua capacità di scegliere, il tuo pianificare l’estate al mare, il tuo fingere di chiamare i nonni con la mano messa a telefonino, le tue prove di danza davanti allo specchio.
Ho sorriso… un largo caldo sorriso di … di… consapevolezza.
Tu sei una bambina dai bisogni speciali.

sindrome di down
Il tuo progredire non è paragonabile ad una bambina della tua stessa età. Come non è paragonabile ad un’altra bambina con sindrome di Down.
Per dirla tutta… perchè ti dovrei paragonare?
Per mettere a zittire quella vocina che si fa sentire quando la nostra aspettativa non viene confermata?
Perchè gli schemi di sviluppo, fisici e cognitivi, con te non hanno senso?
Ebbene… quella vocina tace da tempo.
A lei si è sostituita un silenzio che parla di comprensione, di ascolto, di gioia nei confronti della tua unicità.

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Ho pensato alle nuove amicizie che stai facendo… che stiamo facendo… a Riccardo Ceschel, che ci ha fatto queste meravigliose foto… il suo grazie per avergli mostrato qualcosa che fino a prima temeva, dettomi guardandomi dritto neglio occhi, l’ho ancora stampato nella mente.
Ai brillanti occhi di Alex che si velano di lacrime di emozione quando ti guardano, perchè per lui sei uguale alle sue due bambine, e ciò che mi tramette il suo sguardo verso di te è energia, rispetto, possibilità di, anzi, voglia di trasformazione.

Sì… tu sei una bambina dai bisogni speciali.
Ma una volta che entri… una volta che gli altri si danno la possibilità di vederti veramente
sei tu a rendere speciali gli altri.

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