Io ho scelto di diventare mamma.
Ho sempre avuto una gran passione per i bambini e per il loro mondo sincero, nel bene e nel male, ma quando ho sentito il desiderio di dare la vita a qualcuno, sapevo che innanzitutto dovevo essere io disponibile al cambiamento.
Le mie amiche mi chiedono spesso come mai non urlo, come mai perdo di rado la pazienza, perchè non alzo mai e poi mai le mani, perchè le cose che infastidiscono loro non infastidiscono me.
E’ proprio per quella motivazione… quella che mi ha spinto a diventare mamma.
Che non significa annullare il proprio essere donna e moglie, è l’esatto opposto, è trovare il giusto spazio per tutti, rispettandolo.
E’ anche questione di scelte personali. Ho smesso volutamente di allattare entro l’anno, non mi piace affatto condividere il letto con i miei bambini, a meno che non sia per le coccole, cerco di tenere per mano il meno possibile, lascio sperimentare e sporcare, mettendo da parte quel messaggio mentale che dice “oh mamma che confusione”.
Mi piacciono le regole, che per me sono amore, ma sono una gran sostenitrice delle “malleabilità nella stabilità”.
Cerco e cerco e cerco (e ancora a volte mi scappa) di non creare profezie autoavveranti, avvertendo che Emma non può gestire una determinata situazione, o che Tommaso regola male la frustrazione dovuta al perdere: in tante occasioni mi hanno dimostrato l’esatto opposto al mio pensiero.
Quindi è possibile sopravvivere all’essere genitore?

albero con radici
Si può imparare a restare calmi, ritarare l’occhio affinchè non si veda solo caos ma stimolo creativo?
Si può usare un tono deciso su un volto serio piuttosto che urlare e storpiare la propria faccia in un’espressione di rabbia?
Possiamo riconoscere i capricci come un modo sbagliato di chiedere qualcosa, conseguente ad un certo tipo di educazione familiare?
Io credo di sì.
Se ripenso alla mia infanzia non sono certo stata una bambina calma.
Scattavo ad ogni giudizio dei miei genitori, spesso scappando e chiudendomi in bagno, ero capace di “tenere il muso” e portare rancore, pungere (complice il mio segno zodiacale?) per ferire con le parole…
Se ripenso alla mia adolescenza poi! Temo notevolmente l’adolescenza dei miei figli proprio perchè ripenso alla mia!
Ma se mi guardo oggi, a quasi 40 anni, mi rendo conto che tutta la mia ribellione sfogata ha portato ad una situazione di calma interiore notevole, che mi ha fatto essere una persone diversa, più in ascolto, più consapevole, più remissiva, incapace di portare rancore e pronta ad imparare ogni giorno.
Ho scelto di leggere tanto sui bambini, di parteciapare a serate pedagogiche, per avere gli strumenti adatti da utilizzare, proprio perchè nessuno nasce imparato, ma soprattutto penso di aver accettato la naturale evoluzione che ognuno di noi, dovrebbe, raggiungere nel corso della vita.
Mi rattrista vedere chi quell’evoluzione non la vuole accogliere, magari restando in quel limbo di eterno ragazzino festaiolo che non si prende responsabilità, oppure non capendo che la gelosia ossessiva porta alla fuga dell’altro, oppure facendo la mamma solo sulla carta, denigrando la propria figlia quasi ricordandole che il posto nel mondo se lo deve trovare da sola, anche solo a 6 anni.
Io credo che il cambiamento sia possibile.
Io non ho certo nulla da insegnare, ma posso dire di essere felice, di assaporare tanti piccoli momenti di gioia in una giornata senza troppo soffermarmi a sognare quello che potrei avere, o quello che deve ancora accadere.
Ho deciso di crescere… pesando parole e sguardi, regalando carezze, sedendomi per terra con i miei bambini, ascoltandoli, non punendoli, non educandoli con il ricatto, regalando loro momenti insieme piuttosto che oggetti materiali, sottolineando le loro parole al mondo, soprattutto sorridendo loro.

Quando sorridi al mondo, il mondo ti sorriderà.

Io ho deciso di crescere… e di piantare radici profonde.