Io amo la neve. Da sempre. Amo il suo bagliore, il suo ovattare i suoni, il modo in cui i fiocchi di neve si appoggiano sui rami degli alberi, appesantendoli e ridisegnandoli.

Amo il suo sapore. Quando nevica a naso all’insù cerco di mangiarne i fiocchi, che si sciolgono all’istante ma mi piace pensare all’idea che ognuno era diverso dall’altro… So che la neve, specie in città non preparate all’evenienza, crea disagi, ma a me la neve mette di buon umore, anzi, mi gasa proprio, come se tornassi indietro a quando ero una bambina. Lo stesso vale per mio marito e a quanto pare anche a Tommaso, che quest’anno ha voluto provare a sciare seriamente, con tanto di maestro personale e patentino a fine corso.

Giovanni si è ritagliato un pò di tempo per poter fare qualche discesa insieme a lui, in attesa di maestro, e come sempre è bello vedere la loro complicità, lo sguardo ammirato di Tommaso nei confronti di suo padre, il loro “stare tra maschi”…

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Io sono rimasta ai piedi della pista, con il nonno (mio padre) ed Emma. E in questa occasione mi sono proprio gustata la reazione di mia figlia nei confronti della neve: la toccava, si osservava il dito bagnato e rosso rosso per il freddo contatto, se la metteva in bocca, si girava ad osservare la scia lasciata dalla slitta e guardava le impronte lasciate dai suoi scarponcini.

Alla fine di questa giornata mi sento stanca ma rigenerata, come sempre riesce a farmi lo stare a contatto con la neve… non so se lo stesso vale per i miei bimbi però!