Oggi ho risentito la mia amica Manuela. Era da un po’ che non ci sentivamo quindi abbiamo passato la nostra mezz’oretta a chiaccherare al cellulare, parlando di come stanno i nostri bambini e di come stanno andando le nostre vacanze.
Ma Manuela voleva soprattutto raccontarmi di un episodio spiacevole accadutole in piscina.
Manu aveva notato un ragazzino con la sindrome di Down, e come spesso accade da quando c’è Emma, si è fermata ad osservarlo, senza analizzare ogni suo minimo atteggiamento, ma soltanto guardandolo con rispetto, con occhi diversi rivolti più a notare le abilità che le disabilità. E il ragazzino era davvero a suo agio nell’acqua, nuotava  e si tuffava divertito. E quando la palla di Manuela gli si è avvicinata lui gliela ha gentilmente ritirata.
Ma mentre lei si allontanava con la palla in mano (e di sicuro con un sorriso sulle labbra)  un bambino le si è avvicinato e le ha detto:

“non giocare con lui… quel bambino è malato.”

Mi immagino l’ indignazione e la rabbia di Manuela, che ha semplicemente fulminato con gli occhi quel bambino e ha aumentato il passo, scappando dal bambino normodotato piuttosto che da quello diversamente abile.
So che il primo pensiero è proprio quello di dire

“ma che razza di genitori ha questo bambino? cosa gli stanno insegnando?”

Innanzitutto la sindorme di Down non è una malattia, non si dice affetto da perchè dalla sindrome di Down non si guarisce, è una condizione genetica, e rimarrà così per tutta la vita.
Ma io che sono mamma di Emma sai cosa averi fatto? Mi sarei fermata, e gli avrei spiegato che quel bambino non è malato, magari è diverso, perchè ha dei tratti diversi dai nostri e perchè certi suoi atteggiamenti ci risultano strani, ma lui è una persona, proprio come te bambino, che sei diverso da me, da tuo fratello, e dal tuo amichetto di scuola, e lo sai che anche tu potresti essere nato così?
Perchè  a volte dietro ad una frase così fuori luogo ci sono semplicemente dei genitori che ignorano e che hanno a loro volta paura della diversità, e proprio per questo non la spiegano nel modo giusto. Il nostro bagaglio interno fa di noi ciò che siamo, ed è arricchito o reso povero dagli incontri e gli avvenimenti che si susseguono ogni giorno.
E so che questo episodio e la discussione che ne è scaturita hanno arricchito anche te, vero amica mia?