Sumo e Supo: vorrei subito parlare di queste due incredibili donne.

Ma voglio fare una premessa, pure lunghetta eh, per meglio far capire l’entità del mio trasporto nei loro confronti.

Quando si lavora con bambini, la formazione è bene sia continua.

Il mio percorso di studi come psicomotricista si è concluso un anno e mezzo fa, e in questo lasso di tempo ho iniziato e concluso decine di piccole e grandi nuove formazioni. Qualcuno mi dice che potrei staccare e coltivare ciò che ho, ma la spinta interiore mi sprona a fare tutt’altro. Ho bisogno di sapere, di conoscere nuovi punti di vista, di darmi una forma sempre più completa, che mi si addica, di rispettare il pensiero altrui anche se discordante dal mio, e proprio per questo pormi ulteriori domande evolutive.

sassi decorati

Quando si è genitori, la responsabilità del proprio agire è elevata perchè ogni nostro atteggiamento e condizionamento lascia una traccia nel bambino di oggi, che diventerà adulto di domani.

Quando si è genitori di un bambino con disabilità forse la responsabilità è ancora più alta, perchè si entra in un vortice di azioni carico di emozioni che difficilmente si riescono a scindere.  Nostre emozioni. Percepite, proiettate, non ascoltate con la giusta attenzione, ma piuttosto messe a tacere. Perchè fa male scendere in profondo, lì dove l’emozione pulsa e sgorga, può essere dolororo, un dolore quasi sensa nome.

E’ necessario lavorare su di noi, fare spazio nel nostro immenso mondo interiore, spazio che ci permetta di dare un nome all’emozione che stiamo provando, restandoci immersi, non ricacciandola via, abituandoci a quel sentire. Un po’ come quando si prende una contusione e, posandoci la mano sopra, piano piano il dolore si attenua.

3 anni fa ho voluto proporre un percorso di ascolto personale ai genitori delle famiglie di bambini con la sindrome di Down che partecipavano alla Settimana Estiva del dottor Lagati basato sul gioco tra adulti, pescando da formazioni conosciute e lasciandomi chiamare da formazioni interessanti. Mi piace pensare che l’universo si sia mosso per me, facendomi concretizzare tale progetto passo dopo passo, a volte improvvisando, ma soprattutto partendo da un qualcosa che noi adulti tendiamo a dimenticare e di cui io riconosco il grande valore: la voglia di leggerezza.

“… che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” I.Calvino.

giochi di cooperazione

giochi di cooperazione

giochi di cooperazione

giochi di cooperazione

giochi di cooperazione

(mettete pausa alla playlist musicale a fondo pagina per ascoltare il video)

https://www.youtube.com/watch?v=wfGNlBQ-b88&t=11s

Perciò quando un’amica mi manda su whatzapp alle 11 di sera il volantino di Sumo e Supo, salto in piedi, con il cuore in gola, con mio marito che sorride perchè mi conosce e dice “vai, illuminami, cosa hai in mente adesso?

L’ironico voltantino recita così: Sumo e Supo, le Porta gioia, a passi leggeri verso il cambiamento, 5 serate di crescita personale all’insegna della gioia, del divertimento e della condivisione”.

Mi iscrivo immediatamente, coinvolgo la mia amica Celestina e andiamo alla serata di presentazione del corso.

Bam. Innamoramento istantaneo.

Mi trattengo dall’andarle subito ad abbracciare, perchè le sento già anime a me affini. Sorrido di continuo, rido di pancia nell’ascoltare le folli battute di Stefania accompagnate da una Carmen più riflessiva che ti fa calare nell’emozione profonda, e mi chiedo come mai sono capitate sul mio percorso di vita solo adesso… Forse prima i tempi non erano maturi?

3 mesi di Sumo e Supo e posso tranquillamente dire che creano dipendenza, una sana goiosa dipendenza.

Nei loro corsi Stefania e Carmen parlano con il cuore in mano, con tanta e tanta umiltà, consapevoli di poter trasferire la loro esperienza senza arrogarsi il diritto di insegnare qualcosa agli altri. Propongono esperienze per far vivere emozioni che a loro volta fanno nascere pensieri, pensieri su come il cambiamento sia possibile e su come la felicità dipenda da noi stessi e non dagli altri.
Nei loro corsi c’è leggerezza, gioco, gioia e risate, perchè ridere, proprio come piangere, porta fuori emozioni.

Si piange pure, anche un bel po’ direi, nella misura in cui si vuole liberare quelle lacrime, ma sono lacrime spontanee, lacrime belle come direbbe mio figlio Tommaso, perchè ad accoglierle c’è il potere del gruppo.
Un gruppo composto da persone sconosciute che si conoscono attraverso il non verbale, vivono le proprie e le altrui emozioni, crescendo,  consolidandosi e proteggendosi, perchè si instaura un clima di non giudizio. Si innesca uno scambio profondo che fa sentire quanto bene fa ascoltare ed ascoltarsi, e l’empatia del gruppo genera emozioni di cura verso l’un l’altro.

sumo e supo

sumo e supo

sumo e supo

E in fondo, non è proprio questo il bisogno innato di ognuno di noi? Quello di essere visto, riconosciuto e amato per quello che si è.

Felice di avervi trovato Anime Affini…

Cercate le anime con cui vibrate in sintonia, e rafforzate i legami che vi uniscono a loro.
Ricordatevi che il vostro tempo sulla Terra è stato scelto con grande attenzione per permettervi di lavorare tranquillamente con gli altri gruppi di anime che partecipano allo sviluppo del pianeta.
Non formulate alcun giudizio su chi vi sta intorno, e lasciate che continui a percorrere il suo sentiero.
Entrate in sintonia con tutti coloro che riconoscete o che suscitano in voi un forte senso di risonanza.
La vostra ricettività a incontrare gli altri su un sentiero spirituale li attira verso di voi, e la vostra quota di consapevolezza vi aiuta telepaticamente a raggiungere scopi umanitari su scala globale.

(James Ridfield)

… felice di sognare insieme a voi una piccola parte di mondo migliore.

sumo e supo