Il magazine settimanale F ospita un articolo su Guardaconilcuore.

Quando la giornalista Linda Marino mi ha contattato per sapere se volevo raccontare la nostra storia, un po’ mi sono sentita spiazzata.
Intanto perchè a lei mi ero già raccontata, 2 anni fa, per un altro magazine, un po’ perchè immagino che un giornale dia la priorità all’evento accaduto, piuttosto che all’evoluzione della persona. Spesso leggo certi titoli così poco delicati, che poco rispecchiano il contenuto dell’articolo, e non sapevo se era quello che volevo … ora… oggi, dopo 6 anni dalla nascita di Emma. Mai e poi mai avrei voluto raccontare una storia che puntasse su toni pietistici proprio perchè è necessario rapire il lettore.
Linda ha però subito precisato che il messaggio che volevo dare sarebbe stato rispettato. E rileggendo l’articolo, credo che quel rispetto ci sia stato.

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Scrivo su questo sito/blog da 4 anni ormai, settimanalmente, e il mio approccio a questo diario personale nel tempo è molto cambiato.
Inizialmente era necessario per me, per porre distanza tra il mio sentito e il mio poterlo mettere per iscritto. Gli stessi commenti di chi leggeva erano importanti, necessari, per una sorta di mia completezza, riunificazione da qualcosa di rotto, spezzato.
E quando i commenti erano, o sono, immensamente lodevoli, per quanto sinceri e sentiti da chi me li facesse, la mia reazione era/è di imbarazzo. Lo stesso imbarazzo che provo nel leggere, su altri blog, la sezione “qui parlano di noi“. Mi si storce il naso, faccio una smorfietta, e mi dico “ma perchè elencare le persone che ci elogiano? Una sorta di riconferma alla nostra bravura?

Questa volta l’ho fatto anch’io. Non perchè mi senta più brava, più capace, più mamma.
Mi sento semplicemente Daniela. Sono stata mamma disperata, mamma imperfetta, mamma terapista e ora sono sì mamma, ma soprattutto donna. Il percorso di studi che ho scelto di fare mi ha permesso di capire chi voglio essere da grande, per me, non per i miei figli (che di sicuro beneficiano di un occhio più in ascolto), ma per Daniela.

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Ed è questo il messaggio che voglio dare attraverso l’articolo sul magazine F.
Ho stampate in mente le numerose mail e messaggi che mi sono arrivate, a seguito di questo articolo, da persone che non hanno a che fare con il mondo della disabilità. Che tra le righe hanno interpretato il mio messaggio. Che è un messaggio di amore incondizionato, di fiducia, di opportunità. Ed è giusto che venga divulgato.
Tutti noi abbiamo la possibilità di evolvere. Con tutte le difficoltà che la nostra condizione genetica, unicità, ambiente in cui viviamo comportano.
Per essere il meglio di ciò che siamo.

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Se non puoi essere un pino sul monte,
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina
sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio
di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.

Martin Luther King