In questo periodo Emma sta giocando tanto al far finta di.

Il gioco simbolico rappresenta una delle attività più importanti del bambino, dal primo al sesto anno di vita, attraverso cui può strutturare il suo sviluppo. E’ una forma di gioco infatti che influenza tutte le dimensioni della personalità infantile: quanto più e quanto meglio avrà modo di vivere esperienze di gioco simbolico, tanto più e meglio si qualificheranno le sue abilità cognitive, sociali, affettive e relazionionali.
Secondo Vygotskij, psicologo sovietico, attraverso la finzione ludica il fanciullo allarga il proprio campo di azione e di conoscenza, esprimendo principalmente il proprio bisogno di conoscere e di adattarsi al mondo. L’attività creativa, l’inventività, deriverebbero dall’esigenza di intervenire in modo costruttivo e attivo sulla realtà per il gusto di vivere situazioni reali e allargare le proprie esperienze. Secondo Vygotskij il gioco è un’attività basilare per lo sviluppo intellettivo e, nella prima infanzia, la più importante. A suo avviso, infatti, è il mezzo più efficiente per sviluppare il pensiero astratto: il bambino a questa età si crea delle situazioni immaginarie per superare i limiti delle sue possibilità di azione concreta e reale. In questi giochi di finzione, del “fare finta che…”, il bambino segue inizialmente un impulso puramente imitativo, che lo aiuta a varcare i limiti dell’infanzia, per proiettarsi nel mondo degli adulti, e impersonarne i ruoli.

Conosco bene l’importanza di questo tipo di gioco, e ho sempre cercato di favorirlo lasciando a portata di Emma contenitori con materiali per lei stimolanti: mantelli, maschere, pentoline, frutta e verdura di legno. E’ un gioco divertente da fare insieme, e permette al bambino prima di focalizzare l’oggetto con cui gioca, magari paragonandolo a quello vero (ad esempio una mela, o una forchetta) per poi richiamarlo in seguito con la mente, in maniera astratta.
Emma fa ancora confusione: nel video non le lascio i tempi che di solito le lascio, la incalzo per avere una risposta, e questo tende a confonderla ancora di più. La sua tendenza infatti sarebbe quella di passare da una cosa all’altra senza troppo filo logico, in maniera frammentaria, perdendo di mente la richiesta che le ho fatto.
Ma io di pazienza ne ho, riconosco le sue lacune ma so bene quali sono le sue possibilità… quindi… giochiamo!
Fa bene ai nostri bimbi ma tanto bene anche a noi genitori!