Da tempo mi sta rigirando nella mente questo post.

Mi si aprono pensieri che seguono determinate direzioni, spunti di riflessione (assolutamente personali) che andrebbero immediatamente scritti, proprio perchè non perdano la loro forma. Ma questo tipo di scritto, ha bisogno di tempo, per crearsi e per decantare, proprio perchè carico di emozione.

la scatola azzurra

La settimana estiva per famiglie di bambini con la sindrome di Down che ho organizzato a Cavallino Treporti (Ve) aveva davvero la mia impronta personale. Perchè come mi ha sempre detto il dottor Salvatore Lagati, ideatore da oltre 25 anni di queste settimane, la settimana estiva deve partire da una spinta interiore, che motiva le proprie continue scelte e aggiustamenti.
Perciò, “chi meglio di un genitore di un bambino nato con questa condizione genetica, può organizzarla?
E’ così.
Io sono mamma, di un figlio e di una figlia nata con la sindrome di Down, ed è così che mi pongo alle famiglie che arrivano alla settimana, come madre a mia volta.
So bene cosa avete provato alla nascita di quel bimbo ritenuto imperfetto.
So quali fasi si possono attraversare, come genitore incompleto, genitore ricercatore, genitore terapista, genitore confuso.
So quanto è potente quel cerchio, seduti l’uno accanto all’altro, dove le emozioni possono vibrare e rimbalzare su ognuno, depositandosi e risuonando dentro, nel profondo.
Lì dentro, non c’è giudizio, o pena, o ammirazione.
Solo profonda comprensione.
E rispetto.
Perchè ognuno di noi è arrivato dove è arrivato percorrendo la propria personale spirale evolutiva, composta da percorsi in salita come quelli di una montagna, lunghi e tortuosi. A volte carichi di gioia, consapevolezza, sicurezza ed entusiasmo, altre volte densi di tristezza, insicurezza e sfiducia.
Spesso sappiamo cosa sostiene la teoria, per vivere al meglio, ma altrettanto spesso non siamo nella possibilità di fare altrimenti.

La settimana estiva ti permette di essere ciò che sei, in quel tuo preciso qui ed ora.

Lì puoi essere fratello, in un luogo riservato e privato, in uno spazio intoccabile dove puoi dirti, mettendoti a nudo, utilizzando il materiale per parlare di te.

Dove non c’è abito, o professione, o titolo che metta distanza. Sei a portare la tua storia. E la tua storia può essere accolta dagli altri, e diventa spunto di riflessione per molti.

la scatola azzurra

Dove la prima esperienza può fare chiarezza sulle possibilità che il futuro mette davanti.

volontari cri

Dove i materiali, i luoghi, il profondo ascolto permettono sperimentazioni inaspettate.

sibling

Dove puoi essere adulto senza età.
In quel gruppo, in quel cerchio, può capitare che la voglia di giocare abbia il sopravvento, e che risate e scherzi reciproci non permettano di calarsi in un maggiore ascolto personale, che possa consentire il riemergere di tracce solcate.
E’ forse un male? E’ forse sbagliato abbattere le proprie barriere personali attraverso il gioco?
Il gioco è leggerezza, apre quella porticina, spesso da tempo chiusa a chiave, che stimola la vitalità, l’autoironia, genera ottimismo, favorisce l’empatia e promuove un senso di appartenenza e di comunità. Il gioco stimola la creatività. E Celestina, l’operatrice di cranio sacrale, in quella settimana ha più volte accennato alla creatività come opposto dell’aggressività.

La dottoressa Medolago, neuropsichiatra presente per le famiglie, ha affermato:

Noi terapisti, in questi 7 giorni, è assai raro che possiamo suggerire la giusta strategia che permetta un cambio radicale nel bambino con trisomia 21. Non è il contesto adatto, nè per il bambino nè per il genitore. Ma l’energia che si crea, il vissuto in comunità, la potenza di quest’esperienza… questo può fare la differenza, caricando i genitori di una positività propositiva che dura nel tempo.

Che diventa specchio positivo per i propri figli.
Che permette di vedere al meglio le capacità di un bambino, con sindrome o senza (questa è la frase che Tommaso mi ha appena regalato, sbirciando cosa stavo scrivendo).
Che fa sentire ognuno di noi parte di una fitta trama di relazioni, composta da fili che si intrecciano e vibrano a distanza.

E il loro vibrare… oh se è potente!

(mettete pausa alla playlist musicale a fondo pagina per ascoltare il video)