I sentimenti dei bambini non sono sempre comprensibili.

Soprattutto, non sempre i sentimenti sono condivisibili, perchè come spesso accade, ciò che ci porta a rieagire parla del nostro “sentito”, senza mettersi nei panni del bambino.

Mi vengono in mente una moltitudine di esempi:
Ragazzo con sindrome di Down che scoppia a piangere a seguito di uno scoppio di un palloncino.
Ero vicina a lui in quel momento, e il suo abbraccio mi ha sorpreso, ma avrei forse dovuto negarlo? Non rassicurarlo dicendogli che anch’io mi ero spaventata e che nemmeno a me piacciono gli scoppi dei palloncini (sacrosanta verità!)? Avrei forse dovuto allontanarlo perchè quello era un atteggiamento sconveniente per un ragazzo della sua età? Non ho trovato nulla di sconveniente in quell’abbraccio, semplicemente una ricerca di conforto, una risposta al sentimento di paura provato.

Al parco, bambina di 3-4 anni che non rispetta il suo turno per salire sullo scivolo e spinge di lato il bambino di fronte a se.
Ho trovato esagerata e priva di significato per la bambina la sequenza di “chiedi scusa”, “guai a te se lo rifai”, “giuro che ce ne andiamo” propinatale dalla madre.
Che significato avrebbe avuto un “capisco che ti è difficile aspettare, lo è anche per noi grandi!”

Sempre al parco, situazione leggermente diversa, ma che a me fa pensare:
Emma è su quella giostrina che gira su se stessa, che io non sopporto perchè da piccola ci ho vomitato sopra, ma giustamente è Emma ad esserci sopra, non io. Al suo “più veloce” acconsento, ma mi sento dire da una mamma “guarda che così ti cade!”

Emma ha il terrore della canzone Gam Gam style.
Perchè non dovrei rispettarla? Il suo viso parla di puro terrore quando sente quelle note.

Bambino di 5 anni in fila per il truccabimbi, dopo che il papà gli ha detto “adesso tocca a te”, “adesso tocca a te” (ma se prima di lui ci sono altri 15 numeri, perchè gli devi mentire così spudoratamente, e considerarlo pure poco capace di ragionare?), esaurita la pazienza dell’adulto che dice che è ora di andaresene, giustamente il bambino protesta, ma viene zittito con uno sculaccione e una sequenza di frasi assurde su “tutto quello che faccio per te”.

Cosa hanno in comune queste situazioni?
Il non ascolto.
Ascoltare non è semplice, ascoltare senza giudicare o consigliare ancora di più, ma per ascoltare, comprendere e rispettare i sentimenti altrui, bisogna zittire la propria voce interiore, ed entrare in empatica relazione con chi abbiamo di fronte.
Quando si tratta di bambini spesso non si ascolta in quanto si crede che “non capiscano“. Valutiamo la loro paura o reazione come esagerata, non conveniente, non degna di nota.
Ma noi siamo lo specchio dei nostri figli, e insegnare loro a riconoscere i propri sentimenti li esercita a riconoscere in futuro quelli altrui.
E’ l’ascolto empatico.

“Chi esercita l’ascolto empatico si concentra sul messaggio e sui sentimenti dell’interlocutore, guardando il mondo con i suoi occhi.”

Con il consenso del dott. Lagati riporto parte del suo Corso (cap. 7 – pag. 17-23):

Tutti noi abbiamo diverse sensazioni, ma fra quelle più importanti, vi sono le sensazioni che proviamo verso noi stessi.
Come abbiamo già detto, è importante sviluppare il senso di autostima del bambino. Qunado fate questo, aiutate il bambino a sviluppare dei sentimenti positivi riguardo a se stesso. Successivamente svilupperà sentimenti positivi anche riguardo gli altri.
Aiutare il bambino a riconoscere e a far fronte ai propri sentimenti, fa parte della sua indipendenza. Come abbiamo detto prima, man mano che i bambini sviluppano, cominciano a riflettere sui sentimenti che gli altri hanno verso di loro.
Tutti i bambini sono degli individui, man mano che crescono e si sviluppano, possono eccellere in qualche abilità ed avere grandi difficoltà in altri campi. Spesso siamo portati a far sapere al bambino quando qualcosa non va bene. Ma ci dimentichiamo di fargli ANCHE sapere QUANDO HA FATTO QUALCOSA DI BELLO e di cui siamo contenti. Diamo per assodato che il bambino sa quando si è comportato bene, e non glielo diciamo.
Dire al bambino quando noi siamo contenti che è riuscito a far qualcosa, lo fa sentire soddisfatto e capace di raggiungere degli obiettivi. Un abbraccio, una carezza, una lode verbale, un BRAVO detto con il cuore, fanno capire al bambino che ha fatto qualcosa di bello.

Riconoscere e accettare i propri sentimenti.
I sentimenti fanno parte della vita di ogni persona. La maggior parte di noi non ha nessuna difficoltà a riconoscere e ad accettare i sentimenti positivi. Spesso però cerchiamo di nascondere i nostri sentimenti negativi, o spiacevoli, anche se è normale provarli, e una volta riconosciutoli è più facile riconoscere anche quelli del bambino, che può essere arrabbiato, intimorito, triste, ostile.
Trovare modi per accettare e capire questi sentimenti può condurvi ad un rapporto migliore e più aperto con lui.
Il bambino ha bisogno di imparare il linguaggio per esprimere i sentimenti, fornitegli un modello di linguaggio adatto:
“è bello…sei contento?”
“che sorpresa! E’ divertente!
I sentimenti negativi spesso si manifestano ugualmente in molti modi. La vostra rabbia o frustrazione dopo un incidente capitatovi a casa o al lavoro, può venire fuori.
Lo stesso accade al bambino, al quale è magari stato vietato di andare fuori. Poichè la causa dei sentimenti negativi può non essere chiara, è importante che cerchiate di capire questi sentimenti in diverse situazioni, concedendole perchè necessarie al processo di maturazione del bambino.
Aiutatelo a riconoscere i sentimenti e a saperli esprimere in modo accettabile.

Creare un’atmosfera di comprensione.
Per aiutare il bambino a capire e ad esprimere i suoi sentimenti, bisogna cercare di guardare le cose dal punto di vista del bambino. Anche se voi pensate che la sua rabbia o paura sono irrazionali, ricordatevi che in questo momento il vostro bambino prova VERAMENTE questi sentimenti.
Aiutare il vostro bambino a manifestare i suoi sentimenti in un modo positivo lo abitua a comportarsi così quando la situazione si dovesse ripetere.
Per esempio un palloncion rotto, magari da un altro bambino, può causare un mare di lacrime, e anche se per noi sembra una cosa di poco conto, per il bambino è un avvenimento triste. Un abbraccio affettuoso gli fa capire che voi comprendente la sua tristezza. Potete raccogliere i pezzi del palloncino rotto e contarli, gettarli insieme in un cestino, o usarli per metterli in un QUADERNO ILLUSTRATO. Ciò aiuterà il bambino a capire che anche per voi questo è stato un avvenimento importante: qualcosa di cui parlare.
Tutto aiuta a stabilire con il bambino un’atmosfera di comunicazione aperta. Aiutate il bambino a capire che voi lo comprendete, sia quando è felice che quando è triste. Il fatto che voi e il vostro bambino vi sentiate a vostro agio nell’esprimere i vostri sentimenti reciprocamente, vi sarà di grande aiuto anche per il futuro.

I vostri sentimenti.
Spesso potrete sorprendervi di nascondere i vostri sentimenti negativi, a volte potrebbero emergere in modo scorretto, incontrollabile. Quando siete in gradi di controllare i vostri sentimenti, fornite anche un modello da seguire al vostro bambino.
E’ anche importante sfogare questi sentimenti in modo inoffensivo, anche attraverso attività fisiche o distrazioni momentanee, che vi permettano di riflettere su ciò che è successo. Un grande aiuto è poterlo raccontare a qualcuno.

Il linguaggio dei sentimenti.
Potreste chiedervi se il bambino potrà capirvi, quando parlate di idee astratte, come i sentimenti.
Le parole “arrabbiato” o “impaurito” non descivono oggetti che possono essere visti o toccati. Ma a poco a poco possono essere capite. Usatele in situazioni in cui il loro significato è OVVIO. Le ripetizioni faciliteranno il loro apprendimento, e anche se riguardanti dei sentimenti le potrete insegnare come per insegnare le parole.
Se prendete una multa:
“Uffa ho preso una multa! Che rabbia!”

I vostri sentimenti si notano.
Lo vogliamo o no, i sentimenti si notano. I bambini si accorgono facilmente dei sentimenti che provano i loro genitori, e i bambini piccoli spesso si credono la causa di tali sentimenti negativi.
Perciò qualche volta bisogna dire loro:
“la mamma oggi è stanca…”
“il papà non è arrabbiato con te”
E anche se ancora tali parole non possono essere comprese, un abbraccio, una carezza, un sorriso possono sottolinearne il significato e rassicurare il bambino.
E’ anche importante pensare a cosa potete dire se i vostri sentimenti esplodono.
Come desiderate che il bambino vi chieda scusa quando sbaglia, così dovete dargli l’esempio quando sbagliate voi.
E’ quasi impossibile mantenere un umore costante, rassicuratelo dicendo:
“mi dispiace, oggi sono molto stanca, mi dispiace di averti sgridato”.
Inoltre possono essere state delle situazioni in cui avete avuto difficoltà a capire cosa è successo o avete erroneamente accusato il bambino.
E’ molto importante chiedere scusa in queste situazioni. Il bambino imparerà da voi a sapersi comportare, quando si troverà in una situazione analoga.