Donare il sangue deve essere una scelta consapevole.

Consapevole perchè di grande importanza.
Stamane alle 8.30 mi sono presentata in ospedale, e appena ho detto allo sportello info il motivo per il quale ero lì, ho ricevuto sorrisi ed accompagnamento.
“Oh congratulazioni! La sua prima donazione!”
“Beh in effetti, avrei potuto farlo prima… ho 40 anni!”
“L’importante è che ora sia qui”.
Oh là… mi piace questa accoglienza!
Una lista considerevole di domande scritte a cui dare risposta, l’elettrocardiogramma, il colloquio con il dottore, la misurazione della pressione, una puntura sul dito per… forse la glicemia? E poi la donazione.
Una poltrona comoda, due infermiere gentilissime, pronte a chiederti come ti sentivi in ogni momento, tanto che hanno scambiato un mio sguardo assorto per un principio di svenimento.
Un leggero bruciore nella zona dell’inserimento dell’ago, un po’ di freddo per l’eccessiva aria condizionata della stanza. 5-6 minuti e tutto era finito.
Nessun capogiro, nessun annebbiamento della vista, niente nausea.
La mia sensazione?

Gioia. Felicità.
Mi sentivo orgogliosa.
E aggiungo pure coraggiosa.
Sì, orgogliosa, perchè prima di rimanere incinta io svenivo ad ogni prelievo di sangue. Addirittura sono svenuta come accompagnatrice, osservando l’ago che entrava nella vena del braccio di mia sorella.
Una volta incinta, mi sono imposta di superare questa paura, (la previsione del dolore del parto era di grande motivazione in effetti) sperando, in cuor mio, di poter donare il mio sangue un giorno.
L’incontro con una nuova amica, Sara, presidente di un’associazione di donatori della mia zona, mi ha fatto tornare alla memoria questa promessa, ed eccomi qua.
Puntuale, da sola, con una bellissima sensazione.
La sensazione di aver fatto qualcosa di utile, per una persona sconosciuta.
Senza nulla chiedere, solo un gesto. Piccolo, ma di così grande importanza.
L’opuscoletto informativo recita così:

Caro donatore,
non ti senti meglio adesso?
Non ti senti di aver fatto la cosa giusta?
Ohh sììììì….
Oggi hai compiuto un gesto estremamente importante: con il tuo dono sei diventato co-protagonista di un progetto sanitario che ha per obiettivo la salute di tante persone e che rappresenta, per talune di esse, l’unica possibilità di soppravvivenza.
In questo contesto il tuo ruolo è fondamentale, perchè, con un piccolo gesto, fornisci una “materia prima” in altro modo irreperibile.
… in altro modo irreperibile… (come mi colpisce questa frase!)
Ma soprattutto, grazie al senso di responsabilità che ti contraddistingue, sei il primo e più importante anello di una catena che garantisce la cura e la sicurezza di cui ogni ammalato ha diritto.

Mi hanno anche offerto 2 gettoni per la colazione, una tavoletta di cioccolata, addirittura un rimborso spese che ho devoluto all’associazione donatori.
Un po’ di amaro in bocca per non aver donato prima, ma come mi ha detto la sorridente signora che mi ha accolto
“l’importante è che tu sia qui adesso”.
Qui ed ora.
Piccoli passi.
Piccole gocce che formano un mare.
Oggi mi hanno tolto 450ml di sangue, ma io mi sento di aver qualcosa in più, non in meno!