I dubbi, le domande senza risposta, i mille pensieri che si accavallano nella mente, spesso fanno compagnia alle giornate di noi mamme.
Ci sono periodi più pesanti degli altri, nei quali quelle risposte diventano quasi necessarie, e quei confusi pensieri si trasformano in eventi psichici che si spostano nel corpo, somatizzando.

Cos’è la somatizzazione: l’energia emotiva, anziché essere sentita o espressa, viene scaricata su un organo. Tale organo risente in modo diverso di questa sollecitazione: può avere delle variazioni nella sua funzione come nelle reazioni psicosomatiche; può alterare la sua struttura e ammalarsi come nelle vere malattie psicosomatiche.

So bene qual’è l’organo nel quale riverso la mia energia emotiva, e ultimamente si fa sentire a gran voce, contribuendo a modo suo nel dirmi: respira, focalizza un problema alla volta, tutto si sistemerà.
Questo nuovo anno scolastico per i miei bambini è partito in modo diverso. Tommaso è entusiasta di essere in classe 4°, si mette la sveglia da solo, studia in autonomia, mi racconta di ciò che ha fatto, partecipa con una notevole spinta agli allenamenti di judo, e dimostra una curiosissima ironia nel suo modo di essere.
E’ un Tommaso più grande, più consapevole, meno introverso nei confronti delle sue cose, tenerissimo con Emma ma allo stesso tempo difensore dei suoi spazi e tempi.

bambini in montagna

Per Emma invece l’anno scolastico è partito in modo ben diverso.
Chiunque osservi Emma può notare un notevole cambiamento in lei, un cambiamento fisico intendo: più alta, più slanciata, con un piedone più grande di 3 numeri dall’inizio dell’anno, più coordinata nei movimenti, con un visino che è più da bambina grande che da bimbetta della scuola materna. Il suo linguaggio si è notevolmente arricchito, con frasi sempre più strutturate e racconti di ciò che è avvenuto mentre non eravamo insieme.
Ma questo nuovo anno scolastico parte senza i grandi pilastri delle certezze su cui la sua crescita si fondava fin’ora.

Giorgia, la sua amica del cuore, è passata alle scuole elementari, e lei si deve in qualche modo inserire in un altro gruppo di bambine, che le permettano tale ingresso e le consentato di dirsi a modo suo: io sono grande, al di là di tutte le mie difficoltà.

Molte delle insegnanti della scuola sono cambiate, lo stesso vale per l’educatrice che l’affianca:visi nuovi, modalità diverse, nuovi bambini piccoli urlanti che affrontano l’inseriemento alla loro maniera.
Fortunatamente Carmen, la sua insegnante di classe non è cambiata, e nel suo essere presente per lei, mette al primo posto ciò di cui Emma ha bisogno, per ora, e cioè la sua tranquillità e voglia di partecipare alla vita dell’asilo, piuttosto della programmazione didattica. Credo che la sua capacità di essere malleabile di fronte al bambino siano un dono che molti insegnanti dovrebbero avere…

Vanda, la luminosa logopedista di Emma, andrà in pensione a fine mese, e il solo pensiero che presto accadrà mi lascia scossa. La Vanda dai pensieri evolutivi, dalle occhiate piene di significato, dagli spunti di gioco colti da una semplice postura o da una parola, dai silenzi che fanno maturare in me nuove idee, buoni propositi.
Immagino mancherai ad Emma… ma mancherai anche a me, proprio per questa tua capacità di scuotere l’anima senza troppo forzare.

Emma a febbraio compirà 6 anni perciò alla lista si aggiunge il dubbio “scuola primaria o ancora un anno di scuola dell’infanzia“? Non ho ancora ben capito in cosa constano questi famosi “prerequisiti”, ma se penso al modo di disegnare che ha Emma siamo ancora lontani dal poter comprendere cosa ha disegnato. E’ vero, racconta cosa ha disegnato, ma accade anche che l’interpretazione al quel suo disegno cambia nel tempo.
E se si deciderà per le elementari, chi troverà in classe? Quali visi conosciuti le potranno rendere meno duro un così particolare ingresso? Lei che frequenta un asilo che apprezzo e in cui ho fiducia, ma non è quello del paese in cui vive e in cui frequenterà la scuola.

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E allora proviamo a farle fare gioco-danza, dove può rivedere la sua amata Giorgia e dove partecipano molte bambine del paese, in modo da creare le basi per una futura relazione.
Ma non  è in una palestra, non c’è materiale… e se la sua ipotonia e lassità le creassero dei problemi? Com’era quel discorso sul’epistrofeo?

L’epistrofeo è la seconda vertebra di tratto cervicale della colonna vertebrale e ha una protuberanza ossea, chiamata appunto dente dell’epistrofeo, che si articola con la parte anteriore dell’anello dell’atlante, che è la prima vertebra cervicale. Questa articolazione permette di ruotare il capo a destra e a sinistra. Il dente è tenuto aderente all’atlante da legamenti, in modo da impedire il suo spostamento verso il midollo spinale che passa subito dietro al dente stesso. Infatti uno spostamento del dente determinerebbe una compressione del midollo spinale e di conseguenza le manifestazioni neurologiche che vanno da formicolii degli arti superiori, fino a lesioni importanti del midollo stesso, che possono anche causare paralisi totale. Nella SD vi è una maggior frequenza di questo disturbo rispetto alla popolazione generale, per una serie di motivi fra cui la lassità del legamento di cui abbiamo parlato, ma sopratutto per malformazioni del dente stesso e dell’atlante. Ma anche nella SD la “dislocazione atlanto-assiale”, così si definisce lo spostamento, non è una eventualità molto fequente. Anche i soggetti che a una radiografia delle vertebre cervicali mostrano un modesto spostamento del dente, vanno incontro ai disturbi neurologici sopra citati, nell’ordine dell’1%. Tuttavia se un bambino con SD deve fare degli sport che comportano un impegno della colonna cervicale, ad es. tuffi di testa, equitazione in cui sono possibili le cadute a testa in giù, arti marziali ecc. è bene eseguire prima una radiografia di questo tratto della colonna per evidenziare un eventuale spostamento del dente. In questo caso, ma solo in questo caso, è bene evitare questi sport.

prof. Umberto Formica

E poi gioco danza è 2 volte alla settimana, 1, a detta dell’insegnate, non avrebbe senso.
Ma come posso non riprendere le sedute di Sabrina, la sua musicoterapista? Sabrina, suo pilastro sicuro da quando ha 2 anni e mezzo, per quel lunedì, ogni settimana.
Emma però esce alle 15.30, non posso pensare di farle fare 3 incontri extrascolastici a settimana. Limitarsi ad una volta ogni 15 giorni?

Dubbi e dubbi e dubbi.
Di lieve o modesta o grande entità che siano, ma comunque vissuti.

Ehhh… oggi va così!
Buon fine settiamana a voi!