Questo è il resoconto della meravigliosa giornata che ho organizzato per conoscere alcune persone incontrate virtualmente sul portale di Pianetadown. Buona lettura!

Mi alzo alle 6 perchè l omino dello spiedo è stato preciso: “per essere buono, uno spiedo deve cucinare lento lento per almeno 6 ore!”
E’ nuvoloso ma non piove, ed io inizio a preparare la sala dell’Oratorio messaci a disposizione dal mio paese, e a portare le cose per la giornata.

Mi raggiunge Luca, il mio compare (testimone di nozze) nonchè quasi fratello, per quelle affinità che a volte ti spiazzano. Ci guardiamo e subito ci scappa la lacrimina per l attesa della giornata. Si è portato dietro tutto l armamentario da clown, da clown di corsia negli ospedali, e mi dice che gli altri suoi colleghi arriveranno verso l ora di pranzo.

Arrivano Katia e Kalinka, le altre mie sorelle di cuore, la prima amica persa e ritrovata grazie ad Emma, la seconda pure lei testimone di nozze.  Entrambe mi aiutano spesso ad organizzare e a mettere in pratica le mie idee…

E poi il mio Tommaso, i miei genitori, e i miei zii, che, provvisti di traversina iniziano ad allestire la cucina, nemmeno fosse un pranzo di nozze (ma come avevi ragione mamma!)

Peccato che Emmina non ci sia, causa varicella!

I primi ad arrivare sono Giusy e la sua famiglia, scendono tutti e mi colpisce la bellezza di ognuno di loro, i loro occhi, tanto simili a quelli della mamma ma con tonalità personali, mi stringono la mano e mi seguono, alla ricerca del loro posto seguendo i nomi scritti sul segnaposto. Il piccolo Mirco cammina, e mi accoglie con un sorriso dolcissimo, tutto orgoglioso di sapersi muovere da sè.

Poi arrivano Anna e Lorenzo, lei è tutta indaffarata a sistemare Lorenzo perchè in auto non è stato molto bene, e mentre li saluto, in bagno, mi colpisce la luce di questa mamma, che ha voluto venire da sola con il suo bimbo per vedere i volti di tanti nomi, e il suo sorriso quasi battagliero; Lorenzo è dolcissimo e curioso, ed inizia ad esplorare.

Arrivano Francesca con a seguito Giovanni , nonna, sorella e 4 nipotini, e mi ritrovo a stritolarla in un abbraccio caldo caldo, forse perchè io e lei già ci siamo conosciute, o forse per la famosa affinità… Giovanni è appena stato dal parrucchiere e sfoggia una crestina da galletto di cui va fiero!

Arrivano Ketty e pancione, Eros e Mirko, del quale avevo sentito parlare tanto bene (loro abitano vicino a noi) e in effetti mi dice subito che a lui i clown non piacciono.

Arriva Luca con sua moglie, Nicola e il piccolo Alessio, che sorride dolce dolce, socchiudendo gli occhi.

Poi è la volta di Soley, un amica cubana che ha tre bellissime bambine, e la piccola Anna sembra uscita da un catalogo di moda per bambini tanto è elegante nel suo vestitino e taglio di capelli nuovo! Soley, il cui nome ricorda il sole, anche di fatto è solarissima ed inizia a dirmi che si “respira gioia” oggi…

E poi Alessandro, con Dario , ma soprattutto con la moglie Paola, dal sorriso dolce dolce e dall’ abbraccio stretto stretto, e MariaLetizia, una signorinella un pò maschiaccio, che tiene una mano sulla sedia a rotelle di Simone… Simone… il tuo sguardo… ma di lui parliamo dopo, eh?

Tardano ad arrivare Renza e Loredana, tanto da farmi temere non riescano più a venire, ma ce la fanno giuste giuste per iniziare a pranzare.
Loredana, una bellissima donna, mi accoglie con una cassa di rosso del Conero e mi presenta suo marito, che scarta la mia mano tesa e mi abbraccia… evvai! tutti hanno già capito che oggi gli abbracci si sprecano! Franceschino è un piccolo principe, dai tratti delicati, e dagli atteggiamenti educati, che mi sorride un pò imbarazzato…

E Renza, e Lino…e la loro dolcissima Mariachiara…

Mi rendo conto di usare spesso il termine “dolce”, ma è proprio questa sensazione che mi evocano gli occhi dei nostri bambini speciali. Mariachiara si presenta, e mi sorride con un sorriso profondo, sincero.

Katia mi ha organizzato una sorpresa: con tanto di fiori e discorso (notare dalle foto di Alessandro il microfono-scopino) due piccole associazioni sportive di Sarone ci fanno una donazione, in quanto sanno che noi vorremmo diventare a nostra volta un gruppo, e perchè credono nel nostro piccolo progetto… guardare con il cuore!

Mangiamo uno spiedo davvero ottimo, e presto i bimbi si alzano a giocare, disegnare, giocare a calcetto… insomma, tempi morti non ce ne sono proprio!

Tutti i clown sono arrivati, e oltre a dar forma a spade e fiori, con i palloncini, iniziano a fare qualche gag, e lì mi rendo conto della differente figura che questi clown vestono.. non sono qui per ridere, o per fare ridere, ma per “alzarsi” al livello dei nostri bambini, guardarli con amore e stringere loro le mani, cercando di capire quale gioco preferiscono fare…

Luca (lulla, nome da clown) mette “la danza della panza” e tutti si scatenano (mio padre, profondo estimatore della panza!)

Tutti i bambini si dimenano e ballano e Simone, al suono di quella musichetta, davvero si scatena sulla sua sedia a rotelle, quasi volesse/potesse alzarsi in piedi e dimenarsi!

In quel cerchio, mentre si balla, guardo gli occhi di tutti, e non c’è commiserazione, non c’è pena, c è profonda gratitudine per poter condividere insieme quel momento, respirando la gioia che l unione di tutti sta creando…

Parlo con tutti, Renza mi spiega il suo cammino con Mariachiara e quest ultima mi regala il suo libro di poesie, con una dedica toccante, io la guardo e le dico:

“Sei felice Mariachiara?” 

“Si, tanto, io voglio lavorare con i disabili, con i bambini magari, perchè io ho tanto da dare!”

Io piango, di gioia, mi guardo intorno e vedo sorrisi, aleggia questa aura di positività , di affetto, e mi sento davvero felice di aver organizzato questo incontro, che va oltre qualsiasi aspettativa, incrocio lo sguardo di Luca, il mio clown, che corre ad abbracciarmi e mi dice “ti voglio bene dany”…

Chiamo le mamme in una stanzetta, accendo una candela, e poi l accendo ad ognuna di loro… è la luce delle nostre sensazioni interne, e ci fa capire quanto illuminiamo se soli, piuttosto che tutti uniti. Incorcio gli occhi lucidi di Giusy, di Loredana, e il piccolo Lorenzo che ride e balla al suono silenzioso dei nostri cuori felici, in quel momento… vibrante!

Sono quasi le 17, e tutti stanno per partire, ancora un abbraccio sincero, uno sguardo di gratitudine e un arrivederci a presto… mi mancano già, e per usare la bellissima frase di Giusy:

“fuori piove, ma dentro è rimasto il sole!”

Ogni volta che i clown fanno un servizio, la sera stessa, scrivono cosa hanno provato, e lo condividono con i loro compagni… ecco cosa ha scritto una di loro sulla giornata appena passata:

“Lo chiamano servizio extra, non condivido, oggi siamo stati a lezione! Una lezione speciale, fatta di bambini speciali, genitori e nonni speciali.
Un gruppo di persone tra loro quasi sconosciute, accumunate solo da un blog e dall’avere figli speciali, bambini down che hanno attorno a loro persone speciali. Ripeto il termine SPECIALI che ci ha per la prima volta regalato Lulla nella sua mail di invito a questa giornata, perché è davvero così.
Noi oggi non eravamo in quel luogo per svolgere il nostro solito servizio, non dovevamo portare il sorriso a persone che l’hanno smarrito temporaneamente o per un disagio permanente, ma solo per stare in loro compagnia e vivere il loro mondo.
Porto ancora con me gli abbracci veri, sinceri ed inaspettati di quei bimbi che, stante la vita gli abbia donato qualche cromosoma in più o forse in meno, sanno regalarti momenti meravigliosi, sanno farti sentire il loro affetto, la loro gratitudine senza alcun velo, senza maschere e senza paura.
Già proprio così, l’abbraccio di ognuno di loro, la loro manina stringe la nostra con l’innocenza pura e il loro sguardo è davvero indescrivibile.
Inutile raccontare le ore trascorse con loro, inutile dire quel che abbiamo fatto e quel che ci è stato donato, sarebbe solo un racconto fine a se stesso.
Rientrando pensavo alla giornata, ma forse più che alla giornata a quel che mi ha regalato questa lezione tra persone speciali: la carica di energia per andare sempre avanti a testa alta, senza guardare al passato. Quel che ci vuole a volte è proprio questo, trarre dai servizi la meraviglia del nostro obiettivo. IO CI CREDO!!!”

Semplicemente magico…