E’ la prima volta che andiamo in Svizzera. Me la immagino verde, ordinata, piena di laghi, o almeno è così che mi è stata descritta. Complice la zia di Giovanni che da tanti anni ci invita e un Giovanni stesso che ha voglia di qualche giorno diverso, complice la deviazione per poter fare lo special mom’s tour, partiamo.
Tommaso è eccitato all’idea di sentir parlare lo “svizzerese”, di andare a vedere qualche bel museo di storia e respirare l’aria fresca che da noi, in questo periodo, non si respira affatto. E alla prima sosta l’aria fresca si sente davvero, tanto che mi viene subito il dubbio di aver messo in valigia cose troppo leggere.
Forse avrei dovuto fare una scelta a metà tra il consiglio:
“fa caldone come da noi” di mio marito e
“alla sera ti ci vuole il pile” di  mia cognata Esther!

Scesi dal passo del Sempione prendiamo il treno per passare il primo grande tunnel svizzero, solo che sul treno ci dobbiamo salire pure con la macchina!  E l’espressione di Tommaso ben descive lo stupore del momento… pure quella di Giovanni, che si può scorgere nello specchietto retrovisore!

Emma invece, dopo un iniziale eccitazione, si spaventa, la totale oscurità del tunnel (dove invece nei tunnel normali dice “buo” – buio) il forte rumore dello sferragliare del treno… questa è la sua reazione!

   

Con calma, senza fretta, arriviamo a destinazione. E troviamo Pascal, Cédrine e la zia Rosa che ci aspettano in terrazza… la zia con un impaziente sorriso, proprio come quello che aveva sempre mio suocero, suo fratello, quando ci aspettava in giardino di casa sua… e noi eravamo sempre in ritardo!

E iniziano gli abbracci, le visite dei cugini, i brindisi, il programmarci questi 4 giorni in modo da poter visitare qualcosa insieme, incastrandola con gli impegni di ognuno. Il tutto condito da pranzi familiari con portate tipiche della Svizzera.
Per qualcuno, essere tra parenti potrebbe risultare seccante, specie se di francese non si spiaccica nemmeno una parola come me… ma il modo in cui ognuno ti apre le porte della propria casa, mostra orgoglioso il proprio piccolo mondo, lasciando trapelare tanto di sè attraverso i colori, i mobili, gli oggetti decorativi… a me piace tanto, ti fa conoscere meglio chi hai di fronte…

Florian, Fabienne, Margherite…

      Solange e il dolcissimo Axel…

Thierry e Tarek, Coralie e Didier…

    

        

Tommaso si sta davvero appassionando a fare foto, sarà perchè oramai ovunque andiamo io ho la reflex al collo! Queste sono opera sua…

E a casa di Vicky c’ è davvero da sbizzarrirsi con le foto…

Un pò di turismo alla scoperta di posti nuovi e paesaggi delicati…

E finalmente la visita tanto attesa da Tommaso, il Museo della storia di Berna

    Emma sei stata bravissima, hai esplorato curiosa pure tu, chiamando a tua volta Tommaso quando sentivi che noi richiamavamo la sua attenzione su qualche oggetto particolare…

E dopo 3 ore e mezza di visita, di energia ne avevi ancora tanta…!

La fabbrica di cioccolata della Cailler

Il fantastico paesino di Gruyère

   

con al suo interno un’esposizione di opere d’arte davvero particolari

         

E quando il giorno successivo, una volta caricata l’auto con le nostre cose e tutti i doni, ci siamo salutati… a me si è stretto il cuore. Ho abbracciato forte Solange e quando ci siamo guardate avevamo entrambe gli occhi lucidi, perchè in questi 4 giorni, quando qualcuno ti dona la propria casa, il proprio tempo e il proprio affetto, il cuore non può restare indifferente. Sarà che io mi emoziono facilmente, ma quelle lacrime sono state belle, era come se in silenzio ci dicessimo
io per te ci sono…

Durante il viaggio di ritorno abbiamo deciso di fare il passo del S. Gottardo, perchè la coda di auto ferme era davvero infinita. L’attesa è stata lunga, 2 ore con la macchina a passo d’uomo durante i quali abbiamo giocato agli indovinelli, ai versi degli animali, e mangiato non so quante cioccolate dalla scorta da portare in Italia. Ma non appena siete scesi in questo paesaggio quasi lunare, siete partiti ad esplorare, come se il piccolo intoppo appena superato non vi avesse minimamente innervosito.

   

  Siamo rientrati tardi, entrambi dormivate, e io ripensavo alla breve vacanza appena trascorsa, a come vi siete comportati, (Emma si è pure corretta in qualche piccolo malanno combinato in casa) a come avete conquistato tutti. Ho ripensato al piccolo malore che ha avuto zia Rosa, forse dovuto al via vai continuo di gente e a come lei voleva fosse tutto perfetto. E mentre Rosa era distesa sul divano, Emma la guardava stranita, come se capisse che qualcosa non andava, e continuava ad accarezzarla… e mentre l’accompagnavo a nanna è tornata indietro di corsa, a darle un altro bacio.
Avete dormito insieme per la prima volta, abbracciati, stipati verso il muro, sottosopra rispetto a come vi avevamo sistemato…

Sì, ero orgogliosa di voi. Sono orgogliosa di voi. Di voi e del vostro amore da fratelli. Del senso della famiglia che abbiamo tutti noi  e che vi abbiamo trasmesso. Grazie bambini miei.

Ohana.